Google definisce il Crawl Budget come “il numero di URL che Google BOT può e desidera sottoporre a scansione”. Esso deriva dal Crawl Rate Limit, ossia il limite massimo di frequenza di scansione e il Crawl Demand, ossia la richiesta di scansione del dominio/URL data dalla sua popolarità e dalla mancanza di freschezza dei contenuti.
Questo parametro esprime un po’ lo stato di salute di quel dominio e ci permette di capire qual è la frequenza e la profondità di scansione. Chi deve tener conto del Crawl Budget sono i siti che contengono molte pagine esempio e-commerce.
Il crawl budget è la somma del crawl rate limit, ovvero il numero massimo di richieste che un motore di ricerca può fare per non sovraccaricare il server, e il crawl demand, che rappresenta l’interesse del motore di ricerca nel scansionare un sito web a causa della novità o popolarità del suo contenuto. In altre parole, è il numero di volte che le pagine di un sito possono essere scansionate da un motore di ricerca in un dato periodo. Questo budget non è infinito, specialmente per i siti grandi o con risorse limitate, quindi è cruciale ottimizzarlo per assicurare che le pagine più importanti siano indicizzate correttamente.
La rilevanza del crawl budget nel contesto SEO non può essere sottovalutata. Se Google non è in grado di scansionare tutte le pagine di un sito web, potrebbe perdere pagine importanti che dovrebbero essere indicizzate. Questo può avere un impatto negativo sul traffico organico e, conseguentemente, sui tassi di conversione e sulle entrate. Ottimizzando il crawl budget, si può garantire che i motori di ricerca spendano più tempo a scansionare le pagine critiche, migliorando la loro possibilità di apparire nei risultati di ricerca.
Una gestione inefficiente del crawl budget può portare a numerosi problemi. In primo luogo, pagine obsolete o di bassa qualità potrebbero essere scansionate a scapito di quelle che offrono un maggiore valore agli utenti. Inoltre, potrebbe emergere una situazione in cui il motore di ricerca esclude completamente alcune pagine, rendendole invisibili ai potenziali visitatori. Questa mancanza di visibilità può danneggiare la reputazione del sito e indebolire la sua abilità di attrarre e mantenere utenti. Inoltre, il crawl budget speso su pagine duplicate o risorse non essenziali è essenzialmente sprecato, e può causare un rallentamento nel processo di indicizzazione e un aumento del tempo necessario per vedere aggiornamenti riflessi nei risultati di ricerca.
Google Search Console è uno degli strumenti più potenti a disposizione degli esperti SEO per monitorare il crawl budget. Esso offre report dettagliati su come e quando Googlebot scansiona il sito. Attraverso la sezione “Copertura dell’indice”, è possibile vedere quante pagine sono state scansionate e indicizzate, e quali hanno riscontrato problemi. Il report “Statistiche di Scansione” fornisce un’analisi giornaliera della frequenza di scansione, del numero di richieste e delle dimensioni dei file scaricati. Questi dati permettono di identificare eventuali colli di bottiglia e di apportare le modifiche necessarie per ottimizzare il processo.
I file di log del server sono un’altra risorsa inestimabile. Essi registrano tutte le richieste fatte al server, compresi quelli dai bot dei motori di ricerca. Analizzando questi file, si può ottenere una chiara comprensione di quali pagine vengono scansionate più frequentemente, quali bot sono più attivi e individuare eventuali pattern di comportamento anomali. Strumenti come Screaming Frog o Logz.io possono semplificare l’analisi dei file di log, offrendo report visivi e dati utilizzabili per prendere decisioni informate.
Oltre agli strumenti nativi di Google, ci sono numerose applicazioni di terze parti che possono aiutare a monitorare e gestire il crawl budget. Ahrefs, Moz, e SEMrush offrono funzionalità avanzate di crawl audit che permettono di analizzare profonde strutture del sito, identificare contenuti duplicati, redirect errati, e altre problematiche tecniche. Questi strumenti forniscono inoltre informazioni sul comportamento dei bot, velocità di caricamento delle pagine, e suggerimenti per ottimizzare il sito. Integrando dati provenienti da diverse fonti, si può ottenere una visione completa e dettagliata di come il crawl budget viene utilizzato e dove è possibile apportare miglioramenti.
Un sito ben strutturato facilita il lavoro dei motori di ricerca, permettendo loro di scansionare e indicizzare le pagine cruciali più efficacemente. Una struttura del sito chiara, con una gerarchia ben definita di pagine e categorie, permette una navigazione più intuitiva sia per gli utenti che per i bot di ricerca. Utilizzare una struttura ad albero, dove le pagine importanti sono facilmente raggiungibili dalla home page attraverso pochi clic, aiuta a distribuire il crawl budget in modo ottimale. Inoltre, l’implementazione di una sitemap XML aggiornata contribuisce a guidare i motori di ricerca verso le pagine più rilevanti, assicurando che siano scansionate e indicizzate con priorità.
I contenuti duplicati possono disperdere il crawl budget e confondere i motori di ricerca, portandoli a eseguire scansioni non necessarie. Per evitare questo, è essenziale controllare regolarmente il sito per individuare e rimuovere o consolidare i contenuti duplicati. Utilizzare rel=”canonical” per indicare la versione preferita di una pagina e implementare redirect 301 dove necessario può aiutare a mantenere il focus su contenuti unici e di qualità. Strumenti come Siteliner e Copyscape possono essere utili per identificare contenuti duplicati a livello di sito interno e sugli altri siti.
La velocità di caricamento delle pagine è un fattore cruciale non solo per l’esperienza utente, ma anche per l’efficacia del crawl budget. Pagine lente possono limitare il numero di pagine scansionate dal motore di ricerca nel tempo assegnato per il sito. Migliorare la velocità delle pagine attraverso la compressione delle immagini, riduzione di JavaScript e CSS non necessari, e l’utilizzo di reti di distribuzione dei contenuti (CDN) può ottimizzare il tempo che Googlebot spende sul sito. Strumenti come Google PageSpeed Insights e GTmetrix possono fornire report dettagliati sui tempi di caricamento delle pagine e suggerimenti su come migliorare la velocità del sito.
1. Velocità di risposta del server
Se noi ottimizziamo le prestazioni del server, puntando su tempi di risposta eccellenti, significa che, pur dedicandoci lo stesso tempo, Google riuscirà ad eseguire una scansione molto più veloce e quindi più pagine sottoposte a scansione.
Per questo puntiamo a:
– Server di qualità
– Ottimizzazione del codice
– Ottimizzazioni SEO del sito lato velocità : https://www.bewesrl.com/seo/velocizzare-un-sito-web.html (gZip, cache, immagini ottimizzate ecc.)
2. Struttura del sito:
Puntiamo ad un’alberatura facilmente scansionabile, che permetta di capire in modo semplice anche la priorità e l’importanza delle pagine.
Evitiamo gli annidamenti inutili, non nascondiamo le pagine foglia (si trovano alla fine delle strutture ad albero e contengono effettivamente i dati reali dove vengono archiviati i record e le informazioni effettive che gli utenti inseriscono nel database), ma diamo a tutte le pagine la giusta visibilità.
Evitiamo le pagine orfane, puntiamo ad una buona rete di link interni che permetta di avere per ogni pagina più link interni in entrata.
Non facciamo crescere troppo la profondità delle pagine, limitiamoci a raggiungere il contenuto con i “famosi 3 click”.
3. Ottimizziamo il robots.txt
Fissiamo le regole per far risparmiare Crawl Budget, evitando di fargli perdere tempo su pagine inutili (duplicati, pagine parametriche non utili, pagine create dal CMS ecc.).
Per l’ ottimizzazione del robots.txt utilizziamo la testa, nulla di automatico, ma dettiamo le regole sulla base di un’analisi approfondita dell’alberatura.
4. Link interni:
Facciamo in modo che all’interno dei nostri contenuti siano sempre presenti i link interni di approfondimento, verso altre pagine del sito, immagini, risorse e soprattutto verso le nostre pagine obiettivo.
Creiamo una “ragnatela” di link che possa portare realmente valore a quella determinata pagina linkata. Anche qui non consiglierei nulla di automatico.
5. Correggiamo i link rotti:
Gli errori 404 non creano penalizzazioni, come si diceva un tempo, ma in realtà vanno a sprecare Crawl Budget. Se eseguiamo un aggiornamento massivo di URL, cambiando proprio il percorso, non solo dovremo impostare i vari redirect 301, ma anche aggiornare il link nel codice sorgente. Sempre meglio avere una risposta in status code 200. Attraverso un controllo con SEMrush, Screaming Frog, Visual SEO Studio o qualsiasi altro crawler simulato, possiamo verificare tutti gli status code 4xx e correggere!
6. Verifichiamo costantemente il LOG del server:
Avere un monitoraggio costante del LOG del server, ci aiuta a risolvere problemi SEO che magari a primo impatto possono non risultare così evidenti. Avere un controllo degli status code restituiti da ogni percorso, capire quali BOT stanno entrando sul nostro sito ecc. ecc., ci aiuta ad avere una visione d’insieme molto più dettagliata. Non fatevi spaventare da tutte quelle righe: con un buon lettore di LOG riuscirete a filtrare le informazioni utili.
7. Usiamo il TAG Link Rel Canonical:
Come sappiamo, serve per dichiarare la versione ufficiale delle pagine e quindi il loro percorso. Utilissimo quando abbiamo più pagine con contenuto pressoché identico. Questo non aiuta però a risparmiare Crawl Budget, perché comunque la scansione viene eseguita, ma nel corso del tempo Google considererà maggiormente la pagina canonica rispetto alle altre, il che significa che daremo priorità alla pagina veramente utile.
8. Usiamo la funzione rel=”nofollow” (quando opportuno):
Questo evita che il link che contiene il rel=”nofollow”, venga seguito / scansionato. Ad esempio, se in una pagina foglia di un e-commerce (scheda prodotto) ha tanti link verso prodotti correlati (che già ricevono link dofollow da altre pagine), potremmo valutare di inserire su ciascun link l’attributo rel=”nofollow” al tag .
Attenzione però: se questi URL ricevono link dofollow da altre pagine, la risorsa verrà comunque scansionata!
9. Aggiorniamo i contenuti:
Lo abbiamo detto anche prima, è un’attività che ci aiuta ad aumentare il tempo e la frequenza che Google ci dedica. Per ogni contenuto aggiornato, possiamo inserire nel codice dei TAG Meta, indicando sia la data di pubblicazione del contenuto sia la data di modifica
10. Valutiamo se eliminare i contenuti inutili e i doppioni:
Tagliare i rami secchi molte volte può essere una buona strategia SEO e può portare grossi vantaggi al nostro sito. Contenuti che non ricevono più traffico perché obsoleti, un argomento che viene trattato allo stesso modo su più pagine. Ecco, in questo caso, soprattutto nei siti redazionali, potrebbe essere più strategico uniformare quel contenuto eliminando chi oggi non produce traffico organico (impostando i dovuti redirect 301). Questo ci aiuta indirettamente a ottimizzare il Crawl Budget perché snelliamo la struttura, dando più rilevanza a un contenuto ricco di informazioni.
Non tutte le pagine di un sito sono ugualmente importanti per il successo SEO. Per ottimizzare il crawl budget, è fondamentale identificare le pagine che hanno il maggior impatto sulle performance del sito. Pagine chiave come le landing pages, i post di blog ad alto traffico, e le pagine di prodotto devono essere prioritarie nella scansione. Utilizzare strumenti di analisi come Google Analytics può aiutare a identificare quali pagine ricevono più traffico e coinvolgono maggiormente gli utenti. Questi dati possono poi essere utilizzati per informare le decisioni su come allocare il crawl budget in modo più efficace.
L’implementazione di tag NoIndex su pagine che non aggiungono valore al sito può aiutare a risparmiare crawl budget prezioso. Pagine come le pagine di ricerca interna, i tag archives, e altre pagine ridondanti o temporanee possono essere contrassegnate con NoIndex per evitare che i motori di ricerca spendano tempo e risorse a scansionarle. Questo assicura che il crawl budget sia concentrato su pagine più rilevanti, migliorando la visibilità complessiva e l’efficacia del sito.
Il file robots.txt è uno strumento potente per gestire il comportamento dei bot sui siti web. Utilizzarlo per bloccare l’accesso alle risorse non necessarie, come file script, immagini e pagine private, può liberare il crawl budget per le pagine più importanti. Tuttavia, è cruciale usare il file robots.txt con attenzione per evitare di bloccare inavvertitamente contenuti che dovrebbero essere indicizzati. Effettuare audit periodici del file e testare le regole implementate attraverso strumenti come Google Search Console può prevenire errori di configurazione e garantire un uso efficace del crawl budget.
Il monitoraggio regolare dei report di Google Search Console è essenziale per mantenere un controllo efficace sul crawl budget. I report offrono dati su quali pagine sono scansionate, con quale frequenza, e identificano eventuali errori che possono impedire una corretta indicizzazione. Analizzare questi report permette di rilevare problematiche tecniche e adottare misure correttive tempestive. Ad esempio, attraverso l’analisi dei report “Copertura dell’indice,” si possono identificare pagine escluse dall’indice, mentre il report “Statistiche di scansione” fornisce insight su come il sito viene scansionato nell’arco del tempo.
Dopo aver implementato modifiche mirate per ottimizzare il crawl budget, è fondamentale valutarne l’impatto. Questo può essere fatto confrontando i dati di scansione e indicizzazione prima e dopo le modifiche. Indicatori chiave di performance come il numero di pagine indicizzate, il tempo di scansione e la frequenza degli errori di scansione possono fornire un quadro chiaro dell’efficacia delle strategie adottate. Se i risultati non sono quelli sperati, potrebbe essere necessario rivedere e aggiustare le strategie implementate.
Il processo di ottimizzazione del crawl budget è continuo e richiede adattamenti costanti in base ai risultati ottenuti. Se i dati mostrano che alcune pagine cruciali non vengono ancora scansionate regolarmente, potrebbe essere necessario rivedere la loro struttura o contenuto. Allo stesso modo, se le risorse vengono sprecate su pagine di bassa priorità, ulteriori azioni di pulizia potrebbero essere necessarie. Utilizzare un approccio iterativo, basato su dati concreti, assicura che il crawl budget sia sempre utilizzato nel modo più efficiente possibile.
L’ottimizzazione del crawl budget è un’attività critica per migliorare la visibilità e le performance di un sito web. Attraverso una comprensione approfondita del concetto, utilizzo di strumenti appropriati per monitorare l’attività di scansione, e implementazione di strategie mirate per ottimizzare l’uso delle risorse, i proprietari di siti possono garantire che le pagine più importanti vengano scansionate e indicizzate correttamente. Questo non solo migliora la visibilità nei motori di ricerca, ma contribuisce anche a una migliore esperienza utente e a un sito più performante nel suo complesso.
Integrando l’analisi continua e una regolazione costante delle strategie basata su dati concretamente rilevati, si può mantenere un controllo efficace e ottimizzato del crawl budget. Questa attenzione costante permette di affrontare eventuali problemi in tempo reale, migliorando la velocità di indicizzazione e assicurando che le pagine più rilevanti ottengano il posto che meritano nei risultati di ricerca. In questo modo, l’ottimizzazione del crawl budget non è solo una pratica tecnica, ma diventa un elemento fondamentale della strategia SEO complessiva di un sito web.